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Pubblicato il
28/11/2025
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VERSO UNA NUOVA FIGURA DI AMMINISTRATORE DI CONDOMINIO: LA POSIZIONE DI ANAI SULLA PROPOSTA DI OBBLIGO DI LAUREA ED ELENCO NAZIONALE

Pubblicato il
28/11/2025
  1. Il contesto: una riforma che alza l’asticella

Negli ultimi anni la gestione dei condomìni è diventata sempre più complessa: adempimenti fiscali, sicurezza degli edifici, bonus edilizi, transizione energetica, digitalizzazione dei processi. L’amministratore non è più un “semplice” gestore di spese comuni, ma una figura chiamata a coordinare aspetti giuridici, tecnici, contabili e relazionali.

In questo scenario si inserisce la proposta di legge presentata alla Camera (Atto n. 2692), che punta a riformare in profondità la disciplina dell’amministratore di condominio, introducendo – tra le misure più discusse – l’obbligo di laurea ed un elenco nazionale ufficiale presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

  1. Le principali novità della proposta

In base alle anticipazioni e agli approfondimenti già pubblici, la riforma prevede alcuni pilastri fondamentali:

2.1 Obbligo di laurea per tutti gli amministratori

L’accesso alla professione verrebbe subordinato al possesso di almeno una laurea triennale in ambito giuridico, economico, gestionale o comunque affine (ad esempio classi L-14, L-18 o titoli equipollenti).

Elemento di forte discontinuità: il requisito varrebbe anche per l’amministratore “interno”, cioè per il condomino che oggi può assumere l’incarico senza particolari titoli di studio, sfruttando le attuali eccezioni di legge.

2.2 Formazione iniziale e aggiornamento continuo

Accanto al titolo accademico, la proposta rafforza l’obbligo di:

  • corso di formazione iniziale per chi intende intraprendere l’attività;
  • aggiornamento periodico (almeno annuale), con programmi strutturati su normativa, sicurezza, contabilità e gestione dei conflitti.

L’obbligo formativo riguarderebbe tutti, inclusi i condomini che amministrano il proprio stabile.

2.3 Elenco nazionale degli amministratori di condominio

Presso il MIMIT verrebbe istituito un elenco nazionale degli amministratori, con funzioni di:

  • certificazione dei requisiti (titolo di studio, formazione, onorabilità);
  • tracciabilità dei professionisti attivi;
  • eventuali sanzioni disciplinari e sospensioni.

L’elenco diventerebbe il punto di riferimento per i condòmini che devono scegliere un amministratore.

2.4 Revisore contabile condominiale e controlli più severi

La proposta interviene anche sul controllo dei conti condominiali, prevedendo:

  • una figura specifica di revisore condominiale, con requisiti propri;
  • standard minimi per la revisione dei bilanci, specie nei complessi medio-grandi;
  • maggiore tracciabilità delle movimentazioni e dei fondi per lavori straordinari.
  1. Il punto di vista di ANAI: opportunità e criticità

Come associazione di categoria, ANAI riconosce nella proposta alcuni elementi positivi, ma anche diverse criticità da gestire.

3.1 Aspetti positivi

  1. Professionalizzazione della figura

L’obbligo di un percorso di studi e di formazione continua va nella direzione, da anni auspicata, di riconoscere l’amministratore come professionista a pieno titolo, con competenze comparabili ad altre professioni regolamentate.

  1. Maggiore tutela per i condòmini

Standard più elevati di accesso e controlli più efficaci possono tradursi in:

    • minore improvvisazione;
    • rendicontazioni più trasparenti;
    • riduzione del contenzioso.
  1. Valorizzazione di chi si forma da tempo

Gli amministratori che già investono in corsi, aggiornamenti e certificazioni vedrebbero finalmente riconosciuto il proprio impegno professionale.

3.2 Criticità da affrontare

  1. Impatto su chi già esercita

Una transizione troppo brusca rischia di mettere fuori gioco numerosi professionisti esperti ma privi di laurea, che negli anni hanno maturato competenze concrete e costruito un rapporto di fiducia con i condòmini.

  1. Gestione degli amministratori interni

L’estensione dell’obbligo di laurea anche ai condomini che amministrano “in proprio” pone un problema pratico:

    • nei piccoli condomìni, soprattutto in centri minori, potrebbe diventare difficile trovare figure in possesso dei nuovi requisiti;
    • un irrigidimento eccessivo potrebbe spingere verso soluzioni di fatto irregolari.
  1. Carico di costi e adempimenti

Formazione obbligatoria, polizze assicurative e requisiti formali, se non ben calibrati, possono tradursi in maggiori costi per il condominio, che inevitabilmente si riflettono sulle quote dei proprietari.

  1. Le proposte di ANAI

Per conciliare l’obiettivo di innalzare la qualità della professione con l’esigenza di una transizione sostenibile, ANAI propone:

  1. Regime transitorio chiaro e di durata adeguata
    • Riconoscimento dell’esperienza pluriennale documentata come requisito in parte compensativo del titolo di laurea;
    • percorsi di riqualificazione dedicati per gli amministratori già attivi (es. master brevi o corsi universitari ad hoc).
  2. Percorsi formativi costruiti insieme alle associazioni

Le associazioni di categoria devono avere un ruolo attivo:

    • nella definizione dei contenuti minimi della formazione;
    • nella collaborazione con università e enti accreditati;
    • nella certificazione delle competenze.
  1. Tutela dei piccoli condomìni e delle realtà periferiche
    • Possibilità di regimi semplificati o misure specifiche per i contesti dove è difficile reperire professionisti;
    • promozione di strumenti digitali che riducano tempi e costi di gestione.
  2. Valorizzazione etica e deontologica

La laurea, da sola, non garantisce correttezza e trasparenza.

ANAI sottolinea l’importanza di:

    • codici deontologici chiari;
    • organismi disciplinari efficaci;
    • percorsi di formazione anche su etica, relazioni umane e gestione dei conflitti.
  1. Conclusioni: un’occasione da non sprecare

La proposta di riforma sugli amministratori di condominio rappresenta una svolta potenziale per l’intero settore. L’obbligo di laurea, la formazione strutturata e l’elenco nazionale possono contribuire a:

  • rafforzare la fiducia dei condòmini;
  • ridurre l’improvvisazione;
  • dare piena dignità professionale all’amministratore.

Allo stesso tempo, ANAI ritiene fondamentale che il legislatore:

  • ascolti la voce degli operatori del settore;
  • preveda un percorso graduale, che non disperda le competenze esistenti;
  • valorizzi il ruolo delle associazioni nella costruzione di standard di qualità concreti e applicabili.

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https://associazioneanai.it/articoli/articoli-e-sentenze/

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