Bonus edilizi: il Governo frena – Fine dello sconto in fattura e cessione crediti
Con il Decreto-Legge del 16 febbraio 2023 n. 11, il Governo pone fine alle due opzioni previste dal Decreto Rilancio (convertito in legge il 17 luglio 2020).
Dal 17 febbraio 2023, non sarà più possibile usufruire dello sconto in fattura di una percentuale delle spese e della cessione del credito d’imposta.
Il Governo, infatti, ha bloccato la facoltà d’esercizio delle opzioni per ogni tipologia di agevolazioni edilizie. In dette agevolazioni rientrano superbonus, ecobonus, sismabonus, bonus ristrutturazioni, bonus barriere architettoniche ed altri relativi alla riqualificazione energetica.
La deroga viene concessa per gli interventi edilizi già in corso e quelli la cui Cila è già stata consegnata all’Agenzia delle Entrate. La deroga è concessa anche, nel caso dei soli condomini quando sia stata adottata la delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori.
La novità legislativa si è rivelata un fulmine a ciel sereno in quanto in contrasto con la precedente intenzione del Governo di prorogare fino a marzo i benefici fiscali sopradetti.
Infatti, molti Condomini si trovano ora nella condizione di aver già preso accordi con le aziende edilizie per usufruire del bonus edilizio, pur tuttavia non avendo perfezionato la pratica Cila/Cilas entro l’inaspettato termine del 16 febbraio.
Tuttavia, v’è da osservare che un decreto-legge diviene inefficace nel termine dei 60 giorni se non dovesse nel mentre essere convertito in legge.
Il Parlamento avrà dunque tempo per trovare alternative salvaguardino almeno chi abbia iniziato i lavori senza ancora aver consegnato la Cilla/Cilas entro i nuovi termini stabiliti.
È importante evidenziare che i bonus edilizi non sono stati aboliti ma modificati riguardo alle sole modalità di rimborso.
Modalità consistenti nella detrazione fiscale per mezzo della dichiarazione dei redditi ripartendo il rimborso in più anni e secondo percentuali che variano per tipologia di incentivo.
Una nota positiva è data dal fatto che resta possibile condividere le detrazioni fiscali con i propri congiunti qualsiasi sia il tipo di unione in essere ciascuno nella misura massima della propria capienza fiscale (circolare 34/2008 dell’Agenzia delle Entrate).
Il decreto è stato apparentemente emanato con l’intento di controllare l’ascesa del debito pubblico che, a fine anno 2022, si attestava a 2.762 miliardi di euro mostrando un ulteriore incremento di 84 miliardi rispetto al dato di inizio anno.
Si osserva, tuttavia, che al sistema dei bonus edilizi non può essere imputata la colpa della crescita del debito ma piuttosto alla progettazione del sistema indiscriminato della cessione dei crediti.
Ad oggi non pochi cantieri hanno dovuto fermare i lavori a causa di crediti inesigibili semplicemente per mancanza di fondi da parte dello Stato che si è ritrovato a dover rimborsare 110 miliardi con un preventivo di spesa di 72,3 miliardi.
Non resta che augurarsi che il Governo trovi al più presto una strategia per disincagliare i crediti e permettere alle imprese edili almeno di terminare i lavori bloccati.
Sarà poi necessario procedere ad una revisione del meccanismo della cessione dei crediti e ad un conseguente pieno ripristino dei bonus edilizi.